Da un libro di ricordanze...
"Perdesi nella notte de' tempi lo nome de Lagora de Subto, allorquando in detto loco niuna cosa esisteva, se non folti boschi de querce che l'homo paura avea nel solo nominarli.
Poscia li barbari calarono e lo Romano Imperio soccombette e quivi pose le proprie frontiere traendo Ravenna a capitale. Accampamento posero li Goti nel campo avanti la casa, che resero piano e di flora privo, con bovi e lame grandi,
e quivi stazionarono assai, cogliendo farro e piantando viti dai piccoli acini che per lo poco sole davan vin da commercio.
E tanto trovaronsi bene che decisero di costruir dimora con pozzo, ch'ancor oggi nelle ruine mirar si puote, secoli prima che la vicina Badia di Pampana luminasse la fede dell'homo in quella tera de zotichi montanari.
Ancora querce grandi si miravano ne' campi, per fornir ghiande a li porci che bradi pascolavan a servizio delle feudali mense, sulle quali tavole, che 'l povero bifolco manco sognava, a trono regnavan cignali arrosto e anatre salvatiche e di selvaggina ogni sorta e pernici e piccioni, al seguito di svariate qualita di vini, olii e spezie dell'Oriente.
Vecchia osteria Lagora fu e ancora oggi e. Per ospitar lo viandante e 'l fuggiasco che a Castiglione reconsi per lo sentiero impervio che la collina sopra costeggia, chi per rinfrescar lo gargano, chi per evitar corda e manette"